28/06/2024

Confagricoltura esprime perplessità per l’emendamento proposto dal Governo (art. 13 bis), al Decreto Legge Sicurezza, che intende vietare la coltivazione, la lavorazione e la vendita delle infiorescenze della canapa (anche quella a basso contenuto di THC) e dei suoi derivati, per usi diversi da quelli espressamente indicati dalla normativa.

L'approvazione dell’emendamento rappresenterebbe un duro colpo al Made in Italy agroindustriale, nei confronti di una filiera rigogliosa e promettente, trainata dall’imprenditoria giovanile e aderente ai principi della bioeconomia, avvantaggiando l’accesso al mercato di altri Paesi produttori.

Si verrebbero a vanificare gli sforzi effettuati dalla filiera italiana della canapa industriale (che coltiva le sole varietà ammesse a livello europeo, ossia quelle a basso contenuto di THC), volti a valorizzare tutte le parti della pianta (semi, fibre e, appunto, infiorescenze). In questo modo, si penalizzerebbe una filiera solida, grazie anche alle ottime condizioni climatiche offerte dal nostro territorio (forse le migliori in Europa).

L’infiorescenza rappresenta la parte della pianta di maggior valore industriale e, quindi, più interessante per i produttori. Qualora la proposta andasse avanti, negherebbe agli agricoltori la possibilità di gestire tale prodotto, limitando di fatto l'accesso al mercato delle imprese italiane.

D’altro canto, dalla recente Conferenza dell’EIHA (European Industrial Hemp Association), che riunisce i principali attori europei ed extra europei del settore, è emerso un quadro internazionale molto dinamico. Paesi come Germania, Austria, Spagna, Belgio, Estonia, Francia, ad esempio, stanno investendo in maniera importante sulla canapa nella filiera alimentare (semi/proteine), in quella tessile (fibra) e da costruzione (canapulo). Confagricoltura chiede, dunque, una riflessione sull’emendamento al fine di individuare le opportune proposte per dare continuità a un importante settore dell’economia agricola ed industriale italiana.