11/04/2025

“L’agroalimentare italiano ha raggiunto nel 2024 un valore record di quasi 70 miliardi di euro di export, di cui circa 8 miliardi (oltre l’11%) destinati al mercato statunitense. Non parliamo solo di quantità, ma soprattutto di qualità e marginalità: gli USA rappresentano per molti prodotti agricoli italiani un mercato maturo, che valorizza al massimo il made in Italy autentico: vini, formaggi, olii, sughi, pasta, salumi”. Così, il vicepresidente di Confagricoltura, Sandro Gambuzza, durante l’incontro sui dazi con le categorie produttive, svoltosi lo scorso 8 aprile a Palazzo Chigi, convocato dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

“Il nostro export agroalimentare è uno dei capisaldi dell’economia italiana. È essenziale per evitare che decisioni unilaterali mettano a rischio la competitività delle imprese e il lavoro di intere filiere. Chiediamo che l’Italia, in sede europea, si faccia promotrice di un’azione forte e coesa, nell’interesse del nostro sistema produttivo e della sua proiezione internazionale” è stata la posizione espressa da Confagricoltura.

L’impatto complessivo è difficilmente quantificabile per il settore agroalimentare, ma, tra i dazi e la verosimile riduzione dell’export italiano verso gli USA, si può stimare un danno intorno ai 3 miliardi di euro. Nelle trattative con Washington, per Confagricoltura è importante valutare anche la mitigazione delle barriere non tariffarie e l’inasprimento delle condizioni sui servizi digitali.

L’annuncio dei giorni scorsi del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump di congelare i dazi per 90 giorni ha aperto nuovi spazi per il negoziato con l’Unione europea. Ora è necessario trovare una soluzione.