25/07/2021
Nei giorni scorsi l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha indicato che l’agricoltura è chiamata a vincere “due sfide colossali”. Produrre cibo sano e in quantità adeguata per una popolazione mondiale in crescita e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico.
“Grazie alle innovazioni e con un ritorno di attenzione nei confronti delle imprese professionali e più competitive, l’agricoltura europea può diventare un modello di riferimento, ma per una protezione efficace e duratura delle risorse naturali è indispensabile un’azione condivisa dall’intera comunità internazionale”, dichiara il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, alla vigilia del G20, presieduto dall’Italia, dedicato all’Ambiente, al Clima e all’Energia che si è tenuto a Napoli, il 22 e 23 luglio.
“La transizione ecologica avrà un forte ed inevitabile impatto in termini sociali ed economici”, sottolinea Giansanti. “Per evitare distorsioni di concorrenza, è indispensabile un’azione concertata a livello globale”.
Sulla base delle recenti proposte della Commissione, l’agricoltura europea è stata chiamata a garantire l’assorbimento di 310 milioni di tonnellate di CO2 entro il 2030 e la neutralità climatica entro il 2035.
“E’ un obiettivo particolarmente ambizioso, ma restare fermi non è assolutamente un’opzione, perché il cambiamento climatico genera pesanti danni economici per le imprese agricole”, puntualizza il presidente della Confagricoltura.
“Le agroenergie sono già un’importante realtà, ma il loro contributo può ancora salire – e in misura significativa - nell’ottica della sostenibilità ambientale. Dovrebbe essere anche valutata l’ipotesi di lanciare un sistema di “certificati verdi”, per incentivare e valorizzare la funzione dell’agricoltura e delle foreste in termini di trattenimento al suolo del carbonio”, conclude Giansanti.
“La Commissione europea ha annunciato la presentazione di una specifica proposta entro l’anno. I tempi decisionali non saranno brevi. Intanto, proponiamo di lanciare un “progetto pilota” italiano nell’ambito del Piano strategico nazionale per l’applicazione della nuova PAC”.
“Il settore agricolo non è stato incluso nella revisione dei certificati ETS, ma c’è il rischio serio di un forte aumento dei costi di produzione, a partire da quelli energetici che potrebbero addirittura raddoppiare. Occorre procedere con un adeguato margine di flessibilità, per salvaguardare la competitività dei nostri prodotti all’interno e sui mercati internazionali”.
Il presidente di Confagricoltura commenta così il pacchetto delle proposte presentate il 14 luglio dalla Commissione europea, in vista della neutralità climatica da raggiungere nel 2050. Una riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra in misura del 55% sui livelli in essere nel 1990 è in programma entro il 2030.
“Gli obiettivi da raggiungere hanno già una base legale e gli imprenditori agricoli sono pronti a investire sulle nuove tecnologie per aumentare la sostenibilità ambientale. Anche con le energie rinnovabili possiamo dare un importante contributo, e vanno nella giusta direzione le proposte della Commissione per rilanciare la politica forestale” - sottolinea Giansanti.
“Resta però aperta la questione della concorrenza esercitata dai prodotti ottenuti nei Paesi terzi dove vigono sistemi di produzione e normative meno rigorose di quelle europee”.
“Per essere efficace – aggiunge il presidente di Confagricoltura – l’azione contro il cambiamento climatico deve essere globale. Anche per il settore agroalimentare deve essere istituita una ‘tassa’ sull’importazione di prodotti ottenuti con metodi più inquinanti e con una minore tutela delle risorse naturali. La Francia ha già annunciato che la questione della reciprocità delle regole nell’ambito degli accordi commerciali sarà uno dei punti qualificanti del programma per il semestre di presidenza della UE dal 1° gennaio 2022. Siamo certi – conclude Giansanti – che il governo francese potrà contare sul pieno sostegno dell’Italia”.