08/06/2024

L’agricoltura è stata uno dei legami che hanno contribuito alla formazione della Unione Europea e ne costituisce tutt’oggi uno dei principali cardini come dimostra l’ampia fetta del bilancio comunitario, poco meno del 40%, che le viene destinato. Ma i tempi sono cambiati e la politica che la governa, la Pac, come tutti gli agricoltori la conoscono, non è più adatta a quelli attuali. Questa Pac è stata concepita alcuni anni or sono, prima della pandemia e prime delle guerre che stiamo conoscendo e pertanto deve essere aggiornata, deve tornare a sostenere le produzioni agricole, gli agricoltori ed il loro reddito. Solo in questo modo potrà tornare ad avere un ruolo trainante sull’economia europea e a continuare il processo di integrazione tra i 27 paesi che ne fanno parte. Confagricoltura da tempo sostiene questa tesi, ben prima che i problemi venissero portati all’attenzione generale, dalla cosiddetta “protesta dei trattori”. Non per nulla Confagricoltura aveva scelto di tenere una propria assemblea straordinaria a Bruxelles. Temi ripresi dal presidente Massimiliano Giansanti, appena riconfermato per il suo terzo mandato, con una precisa analisi sul prossimo voto: «Da questo voto dipenderà il futuro dell’Unione. Perché dalle decisioni che saranno assunte nel corso della prossima legislatura dipenderà il rilancio oppure lo scivolamento dell’Unione in un ruolo di secondo piano nello scenario globale sempre più dominato dalla competizione fra Stati Uniti e i grandi Paesi asiatici».