08/03/2024
Ridurre il divario di genere nell'accesso alle risorse produttive comporterebbe un aumento della produzione delle imprese agricole femminili del 20%-30%, con benefici per l'economia e l'intera popolazione (dati dell'OCSE). Considerando che nel 2050, secondo l'ONU, potremmo arrivare ad essere 10 miliardi sulla Terra, il contributo delle donne per la sicurezza alimentare è quanto mai fondamentale.
"Il cibo sano dipende da prodotti salubri e di qualità. Una priorità per le imprenditrici agricole, naturalmente inclini alla tutela della sicurezza alimentare. Confagricoltura Donna è da sempre impegnata a valorizzare il rapporto tra cibo e produzione, dove l'apporto femminile è in grado di fare la differenza”. Lo afferma la presidente, Alessandra Oddi Baglioni.
In Italia sono oltre 200mila le imprese agricole a trazione femminile, che rappresentano circa un terzo del totale. Molte tra le imprenditrici di Confagricoltura Donna sono under 35, due su tre hanno conseguito il diploma di laurea, e la tendenza generale è di coniugare tradizione e innovazione. Quest’anno l'Associazione pone l'accento sul legame profondo tra imprenditrici agricole e grandi chef attraverso un progetto itinerante di esaltazione delle eccellenze regionali, che verrà presentato in Parlamento.
“L’agricoltura, oltre ad essere un settore produttivo determinante per l’Italia, è uno dei comparti economici nel quale si registra il più alto tasso femminile, di imprenditrici smart, attente all’innovazione. Le aziende condotte da donne - conclude Oddi Baglioni - sono socialmente più responsabili, attente alla sostenibilità, con ampi margini di crescita e aprono la strada ad un futuro più inclusivo e resiliente. Il migliore augurio che si possa fare in occasione della Giornata della Donna è che ci si renda finalmente conto dell’apporto strategico del fattore D per il futuro della società”.