18/06/2021

Il 17 giugno è andata in scena la Giornata Mondiale per la Lotta alla Desertificazione e alla Siccità, istituita nel 2015 dalle Nazioni Unite, dedicata quest’anno alla trasformazione dei terreni degradati in terreni sani. Entro il 2050, la combinazione del degrado del suolo, l’erosione e i cambiamenti climatici rischiano di ridurre i raccolti globali in media del 10%, e fino al 50% in alcune regioni, se non si interverrà con determinazione. A fronte di tali problematiche, afferma Confagricoltura, occorre avere la consapevolezza che gli agricoltori sono i principali protagonisti per salvaguardare un suolo produttivo e in salute.

Con il 21% della superficie a rischio, di cui il 41% al Sud, l’Italia è lo Stato che in Europa risente di più dei cambiamenti climatici. Fondamentale è in particolare il ruolo dell’agricoltura nel contrasto alla crisi idrica, che colpisce da oltre un decennio l’Italia come il resto d’Europa. Secondo i dati di giugno forniti dall’Anbi, le zone di maggiore sofferenza idrica continuano a concentrarsi nel Meridione. Basti pensare agli invasi della Basilicata che, nella sola prima settimana di giugno, hanno perso 9 milioni di metri cubi di acqua rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. In Sicilia i bacini idrici sono attualmente al 50,66% della loro capacità. Non va meglio al nord, dove il Po sta soffrendo per il mancato scioglimento dei ghiacci sulle Alpi causato dal freddo record di maggio (uno dei più freddi degli ultimi 10 anni).