19/06/2020

È stata l’azienda dell’agricoltore Renato Santi, a Cittadella (Padova), a sperimentare giovedì 18 giugno il primo lancio di vespe samurai in Veneto. I tecnici dei servizi fitosanitari della Regione Veneto, insieme ai ricercatori del dipartimento Dafnae dell’Università di Padova, hanno rilasciato infatti i primi esemplari dell’insetto, che a quanto risulta è il miglior antagonista della cimice asiatica, alla presenza dell’assessore regionale all’agricoltura Giuseppe Pan.

“Ringraziamo la Regione Veneto per aver finanziato il progetto ed essere arrivata al lancio di questo minuscolo insetto. Noi siamo soddisfatti di aver tenuto a battesimo questa prima sperimentazione – ha sottolineato Giordano Emo Capodilista, vicepresidente di Confagricoltura Veneto -. La cimice asiatica ha causato lo scorso anno un danno per un importo stimato di 100 milioni di euro. I tentativi di difesa sono risultati poco efficaci, annullando il margine di guadagno, specialmente nel caso di investimenti per l’acquisto delle reti anti-insetto. Il via libera alla vespa samurai apre uno spiraglio di speranza. Anche nel 1540, quando la Serenissima si aprì alla prima innovazione agricola della Regione, ci fu un terribile attacco di cavallette. Cicli e ricicli: le calamità ci sono sempre state. Ma noi abbiamo al nostro fianco la Regione e la scienza: vinceremo noi”.

“Il connubio con il mondo scientifico deve rafforzarsi sempre di più – ha aggiunto Michele Barbetta, presidente di Confagricoltura Padova -. Tra i mercati e il cambiamento climatico le problematiche sono sempre maggiori. Il miglioramento genetico deve darci quelle armi che ci servono per difendere la nostra produzione”.

“Siamo stati contenti di fare da sperimentatori – ha detto Renato Santi, frutticoltore di Confagricoltura Padova, che conduce con i familiari un’azienda agricola che è stato tra i primi a coltivare kiwi in Veneto, nel 1984 -. Da quattro anni la cimice ci ha invasi e la produzione è stata ridotta mediamente del 50 per cento. Non abbiamo mai usato antiparassitari, perché noi facciamo frutta biologica. Servono a poco anche le reti, perché le cimici depongono le uova sopra e, quando nascono i piccoli, si infilano dentro. Credo che ci vorranno un paio d’anni perché la vespa samurai cominci a fare il suo lavoro. Speriamo bene, perché noi abbiamo sempre puntato sul biologico per preservare la nostra terra e dare un futuro ai giovani. Ma è sempre più difficile sopravvivere”.