20/09/2024
Era partito bene il 2024 per le barbabietole da zucchero, segnando una ripresa dopo anni di difficoltà segnati dal calo delle superfici e dei prezzi. I numeri dicevano che in Veneto gli ettari investiti nella coltura erano oltre 8.500, in netto aumento rispetto ai 6.600 ettari del 2023. Invece poi la stagione ha cambiato rotta. Le piogge incessanti prima, e il caldo torrido poi, hanno portato a problemi nella maturazione delle piante e ad attacchi fungini. E, a raccolta quasi ultimata, il bilancio è negativo.
“Il meteo avverso ha causato grossi problemi per la tenuta della produzione - spiega Carlo Pasti, presidente del settore bieticoltura di Confagricoltura Veneto -. Innanzitutto, ci sono stati forti attacchi della cercospora, malattia fungina che rappresenta la spada di Damocle per i nostri bietolai, e che non sempre riusciamo a controllare in quanto ci mancano i prodotti adeguati a difenderci. Inoltre, c’è stato un notevole stress climatico, con le alte temperature tra luglio e agosto, che hanno portato al defogliamento delle bietole. In sostanza le piante, che in agosto dovrebbero essere verdi, erano quasi spoglie e quindi hanno smesso di lavorare. Le produzioni migliori sono state quelle raccolte a inizio campagna, cioè a metà e fine luglio, tant’è che l’anno prossimo, dato il trend climatico, si pensa di anticipare la partenza della campagna, per evitare di arrivare a fine settembre con le bietole molto brutte”.
A soffrire sono state in particolar modo le province di Rovigo, Venezia e Padova, mentre nella vicina Emilia-Romagna a Bologna è andata meglio. “Abbiamo avuto subito il problema delle semine tardive, causate dalle piogge primaverili – spiega Pasti -. Di conseguenza non tutte le semine sono avvenute nel periodo ottimale. Poi il caldo torrido ha dato il colpo di grazia. Il risultato è pessimo, perché faremo meno zucchero pur avendo una maggiore superficie rispetto al 2023. Ci sono zone peggiori e zone migliori, ma tendenzialmente la produzione media è molto bassa. Lo stabilimento di Pontelongo nel Padovano, che lavora le bietole, ha costi fissi alti e perciò, con meno prodotto, i prezzi pagati agli agricoltori saranno inferiori a quanto si ipotizzava. È vero che nel 2024 i contratti sono già determinati, ma si sperava di spuntare di più nel 2025. Invece non sarà così. Un peccato, perché la stagione deludente non invoglierà a investire nella coltura, contrariamente a quello che era successo lo scorso anno”.
In Veneto gli investimenti sono concentrati principalmente nelle province di Rovigo (2.600 ettari, dati 2023 di Veneto Agricoltura) e Venezia (2.300 ettari), seguite da Padova (1.060 ettari), che insieme rappresentano quasi il 90% degli ettari regionali. L’anno scorso c’era stato un aumento del 30% coltivato a barbabietole, favorito dal prezzo europeo dello zucchero, risalito a 600-700 euro a tonnellata dai 380-400 di qualche anno fa. La cooperativa Coprob, che riunisce i produttori bieticoli ed è proprietaria dei due zuccherifici italiani rimasti, Pontelongo nel Padovano e Minerbio nel Bolognese, aveva incassato mediamente 950-1.000 euro a tonnellata di zucchero.