03/11/2023

I dati diffusi dall’ISTAT certificano il rallentamento dell’attività economica, dopo una fase di crescita che durava da dieci trimestri consecutivi. In pratica nel terzo trimestre dell’anno, la crescita è stata pari a zero.

L’ISTAT ha evidenziato che il risultato è dovuto, tra l’altro, a una diminuzione del valore aggiunto dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca. Non è certo diminuito l’impegno degli imprenditori agricoli. La riduzione del valore aggiunto è dovuta ai ripetuti eventi climatici eccezionali che hanno ridotto i raccolti a fronte di costi di produzione rimasti su livelli elevati.

L’Istituto nazionale di statistica ha anche rilevato che si è registrato un contributo negativo dal lato della domanda nazionale al netto delle scorte. I consumi alimentari si sono ridotti del 5%, a causa del taglio del potere d’acquisto delle famiglie.

A questo riguardo, è un segnale importante il deciso rallentamento dell’inflazione dovuto essenzialmente alla diminuzione dei prezzi dei prodotti energetici. Anche l’aumento delle quotazioni al consumo dei generi alimentari si è ridotto di due punti percentuali su base annuale.

Risulta fondamentale la conferma del taglio del cuneo fiscale deciso dal governo nel quadro della manovra di bilancio per il prossimo anno. Ora è altrettanto fondamentale incentivare gli investimenti per le transizioni energetica e ambientale.

In attesa degli incentivi previsti nella revisione del PNRR all’esame della Commissione Europea si chiede al governo e alle forze politiche di concentrare l’attenzione sulla diffusione delle innovazioni tecnologiche che possono ridurre l’impatto del cambiamento climatico e sulla revisione della normativa riguardante le assicurazioni per la difesa del reddito degli agricoltori.