25/02/2022
Con l’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito Russo si è aperta una fase nuova piena di rischi che impone a tutti i rappresentanti dei settori produttivi e dei lavoratori di assicurare il massimo contributo alla coesione sociale. Dobbiamo prepararci ad affrontare una situazione di profonda instabilità.
La vicinanza alla popolazione ucraina e la ferma condanna a quanto sta accadendo, si unisce alla paura della risposta di Mosca alle sanzioni della UE che può spingere ancora verso l’alto i prezzi del gas e del petrolio, come già stiamo registrando in queste ore. L’aumento del costo dell’energia, inoltre, impatta su tutti i mezzi di produzione e sui trasporti.
Non è da escludere un’ulteriore stretta, da parte di Mosca, delle importazioni di prodotti agroalimentari dagli Stati membri dell’Unione, attestate a circa 7 miliardi di euro nel 2020.
Rischiamo inoltre di non avere a disposizione le quantità necessarie di fertilizzanti per i prossimi raccolti. E il blocco dell’attività nel porto di Odessa potrebbe far collassare il mercato internazionale dei cereali.
L’Ucraina è il terzo esportatore di cereali a livello globale. La Federazione Russa è al primo posto, anche se ha attuato già dallo scorso anno una limitazione delle esportazioni per contenere l’aumento dei prezzi all’interno.
Le imprese agricole continueranno a fare il massimo sforzo per garantire la continuità dei cicli produttivi e il regolare svolgimento delle consegne. Alle istituzioni della UE e al nostro governo chiediamo però il varo di misure straordinarie di supporto adeguate alla gravità della situazione in atto.
Nessuna impresa può reggere l’aumento dei costi già acquisito e l’ulteriore corsa verso l’alto che potrebbe scattare nelle prossime settimane, se non ripartiranno rapidamente le trattative diplomatiche per la soluzione della crisi.
Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Commissione europea in occasione della riunione del Consiglio Agricoltura del 21 febbraio, i prezzi del gas naturale hanno fatto registrare un aumento del 379% sul livello in essere nell’ultimo trimestre del 2020. Dal lato dei fertilizzanti, il prezzo dell’urea è salito nello stesso periodo del 245%.