21/01/2022
Confagricoltura Veneto esprime preoccupazione per i due progetti di legge regionali sulle emissioni odorigene in atmosfera, all’esame della Seconda commissione consiliare permanente. La richiesta è che le attività di allevamento vengano esplicitamente esentate dai Pdl, che già sono sottoposte a puntuali prescrizioni impiantistiche finalizzate al contenimento delle emissioni, in particolare di ammoniaca, principale causa degli odori in ambito zootecnico.
“L’attività di allevamento viene normalmente praticata in area agricola, nel rispetto della normativa regionale sulle distanze dalle abitazioni e dai centri abitati, elemento cardine per evitare l’insorgere di problematiche inerenti gli odori – sottolinea Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto -. Tuttavia è frequente la presenza di residenze relativamente vicine ad allevamenti, dovuta a scelte urbanistiche poco lungimiranti. Deve essere chiaro che nelle aree rurali sono le attività agricole e zootecniche che devono essere tutelate, anche tramite il distanziamento dalle residenze e da altre attività. Le due proposte di legge, invece, prospettano nuovi vincoli e prescrizioni per le aziende, come indagini olfattometriche preventive e successive verifiche, e perfino un sistema di captazione e convogliamento con trattamento delle emissioni mediante sistema di abbattimento efficace. Si tratta di investimenti ingenti che gli allevamenti non possono sostenere, data la marginalità delle produzioni, pena la chiusura. Senza contare che hanno affrontato negli ultimi 15 anni radicali innovazioni degli impianti, imposti dalla normativa Ue sulle emissioni in atmosfera, per migliorare la sostenibilità ambientale, con risultati tangibili”.
A quanto risulta, il Veneto è l’unica Regione italiana che si sta dotando di una propria normativa sulle emissioni odorigene da applicare agli allevamenti zootecnici. “Si tratta di una fuga in avanti che rischia di creare una situazione di difficoltà operativa e competitiva delle aziende agricole venete rispetto a quelle di altre Regioni – rimarca Giustiniani. - Va aggiunto che, sul totale degli allevamenti esistenti, sono pochi quelli per i quali si registra un problema di odori, che nella maggior parte dei casi è causato dall’anomala vicinanza con residenze in centri abitati. Nella maggioranza degli allevamenti, inoltre, esistono ampi spazi aperti (tettoie e paddok) o, in alternativa, ampie superfici finestrate in qualche caso provviste di grandi ventilatori. Invitiamo, perciò, a valutare con attenzione l’impatto sul settore, già in grande difficoltà, con l’introduzione di nuovi vincoli normativi”.