08/04/2019

Export in picchiata nel 2018 per il settore ortofrutticolo. I dati dell'Istat elaborati dall'Associazione degli importatori ed esportatori ortofrutticoli indicano una perdita su base annua dell'11,2%, che in valuta si è tradotta in un 6,3% in meno di incassi. In termini assoluti le cifre del 2018 totalizzano 3 milioni e mezzo di tonnellate nei movimenti reali (erano 4 milioni l'anno precedente) e 4,6 miliardi di euro nel corrispettivo monetario, importo che rasentava però i 5 miliardi nel 2017.

Dal comparto più redditizio, costituito dalla frutta fresca, si sono avuti i maggiori contributi negativi, con riduzioni di oltre il 16% a volume e dell'11% negli introiti. Numeri associati a fattori contingenti, come il clima avverso ma anche strutturali, tra i quali la scarsa diversificazione degli sbocchi commerciali e l'eccessiva dipendenza dai mercati di prossimità. Concorrono a peggiorare la crisi l'embargo russo e gli scarsi progressi nella rimozione delle barriere non tariffarie, che implicano lo stallo dei rapporti commerciali con i paesi emergenti.

I numeri sono negativi anche per gli ortaggi: all’estero ha perso il 3,5% dei movimenti reali. Sul fronte delle importazioni la situazione non ha mostrato stravolgimenti. Hanno tenuto complessivamente i volumi (3,5 milioni di tonnellate) e ha perso meno di un punto percentuale il corrispettivo in valuta, con lo shopping all'estero che ha generato l'anno scorso un esborso di 3,8 miliardi di euro.

Resta in attivo la bilancia commerciale del settore, ma i minori incassi hanno alleggerito il surplus del 26%, trascinandolo a 782 milioni di euro, da oltre un miliardo del 2017.

Guardando i dati in controluce spiccano, nel consuntivo del 2018, le riduzioni dell'export, a volume, di oltre il 30% per le mele e del 10% per il kiwi. A perdere terreno sono state anche le esportazioni di pesche e nettarine (-28%) e di uva da tavola (-8%), mentre è positivo il bilancio di fine anno delle pere e dell'intero comparto degli agrumi, con progressi rispettivamente del 12 e di poco più del 2 per cento.