14/10/2022

Il responso della consultazione pubblica sulle nuove tecniche genomiche (Ngt) mostra una positiva percezione degli avanzamenti tecnologici in materia di ricerca genetica e una favorevole accoglienza della loro applicazione nel miglioramento genetico delle piante. Dopo anni di inerzia il Parlamento UE è ora chiamato a fare la sua parte per non compromettere la competitività agricola europea.

Il lungo percorso per poter coltivare in Europa le piante derivanti da mutagenesi mirata e cisgenesi, in Italia conosciute come Tea (Tecnologie di evoluzione assistita), ha compiuto un altro passo avanti. In questi ultimi 5 anni, su richiesta degli stessi organismi europei, esperti indipendenti hanno fornito indicazioni chiare sulle nuove tecniche di miglioramento genetico:

1) possono contribuire al raggiungimento delle strategie “Farm to Fork” e “Biodiversità” del Green Deal europeo e dello sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite;

2) pongono rischi inferiori rispetto alle piante ottenute mediante transgenesi e non presentano nuovi pericoli rispetto alle piante prodotte con tecniche di selezione tradizionali non ogm (Efsa 2020);

3) la legislazione attuale è obsoleta e va adeguata al progresso scientifico e tecnologico (Commissione Europea 2021).

I 2.300 partecipanti alla consultazione, (27% della Germania, 23 dell’Italia 15% della Francia, 9% della  Spagna), erano costituti per lo più da comuni cittadini ma anche da centri di ricerca, imprese, associazioni, Ong, ecc..  Il 79% ha riscontrato che le disposizioni esistenti sugli ogm non sono adeguate per le Tea. Il 61% ritiene che il mantenimento delle Tea all’interno dell’attuale quadro normativo avrebbe conseguenze negative per la propria attività o settore produttivo. Sempre il 61% ha sostenuto la necessità di un approccio alla valutazione del rischio diverso da quello vigente. Il 51%, soprattutto istituzioni di ricerca, suggerisce di includere nella normativa disposizioni specifiche per piante Tea che concorrano alla sostenibilità, anche ponendo requisiti o incentivi. Le opinioni divergono su come contrassegnare le piante TEA: tramite l'etichetta fisica (29%) o digitale (18%), siti web o database pubblici (20%), mentre il 22% ritiene non necessaria un’etichettatura per quelle piante che avrebbero potuto essere prodotte anche attraverso metodi classici.