21/01/2022
E’ stato approvato in Consiglio Regionale il nuovo Piano Faunistico Venatorio regionale, il documento di programmazione per il quinquennio 2022-2027 che regola la caccia in Veneto. L’iter che ha portato alla sua approvazione è stato laborioso e ha tenuto conto delle istanze di agricoltori, cacciatori e associazioni ambientaliste.
“Il Pfvr per il 2022-2027 costituisce un documento di programmazione unico – ha detto l’Assessore Corrazzari -, fortemente orientato all’innovazione e attento alle prescrizioni di carattere ambientale e agli aspetti di confronto e interlocuzione tra i diversi soggetti portatori di interesse. È il primo per il Veneto dopo la riforma del sistema province, regolato in maniera approssimativa dal Governo, con l’obiettivo di mantenere, se pur con una diversa formulazione amministrativa, adeguati livelli di efficienza ed efficacia nei confronti dell’utenza e dei portatori di interesse, e voglio sottolineare tutta l’utenza , anche di coloro che sono convinti che l’abolizione della caccia sia la soluzione di tutto”.
Scendendo negli aspetti tecnici del Piano si è mantenuta per ciascun territorio provinciale, una sede territoriale di presidio delle diverse funzioni, di erogazione di servizi all’utenza e di stretto collegamento con le attività di vigilanza e controllo attraverso lo sviluppo di un sistema convenzionale tra Regione, Province e Città metropolitana.
“Altro elemento di rilievo del Piano – prosegue l’assessore – è stato l’impegno profuso nell’analisi
territoriale finalizzata a definire una immagine attuale del territorio agrosilvopastorale (Tasp), in considerazione di sviluppo e influenza che possono avere i nuovi insediamenti urbani e produttivi e le nuove reti infrastrutturali rispetto alle esigenze di tutela delle componenti faunistiche”.
Lupi e cinghiali sono sempre temi d’attualità in questo ambito, se non di cronaca in alcuni episodi. “Con questo piano si mettono a regime per la prima volta, ciascuna con le proprie specificità, alcune criticità legate alla fauna selvatica che caratterizzano il territorio: lupo e grandi carnivori da un lato e cinghiale dall’altro. Da un lato promuovendo l’integrazione con altri strumenti programmatori, dall’altro promuovendo, in una cornice complessiva, le attività di controllo del cinghiale, specie che, come sappiamo, può rappresentare fonte di danno anche agli habitat tutelati da Natura 2000 e più di recente, purtroppo, come elemento di concorso attivo nel contrasto al possibile ingresso della Peste Suina Africana nel nostro territorio”.