13/12/2019
“Noi, esseri umani, vogliamo continuare a vivere bene e in sicurezza su questo pianeta? L'umanità è chiamata ad affrontare una minaccia esistenziale e il mondo intero sta iniziando a rendersene conto.” La nuova Commissione europea non perde tempo e, a meno di due settimane dall'inizio del mandato, ha presentato la tabella di marcia del Green New Deal europeo che si pone come obiettivo di far si che l’Europa diventi il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 rallentando il riscaldamento globale e attenuandone gli effetti. “Accettiamo la sfida lanciata oggi dalla Commissione con il Green New Deal europeo, anche se una valutazione definitiva potrà essere formulata quando saranno presentate, nella primavera dell’anno venturo, le proposte operative”. E’ la dichiarazione rilasciata dal presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.
Il nuovo Esecutivo dell’Unione ha proposto un obiettivo giustamente ambizioso, chiamando in causa anche l’agricoltura. Per le nostre imprese, la sfida è quella di produrre con una minore pressione sulle risorse naturali, limitando le emissioni che alterano il clima. Senza dimenticare, peraltro, che le imprese agricole italiane hanno già ottenuto significativi traguardi in termini di sostenibilità, sicurezza e qualità delle produzioni. Possiamo conseguire ottimi risultati nell’interesse della collettività, considerato che le attività agricole e forestali si svolgono sul 40% della superficie complessiva dell’UE. Vanno però assunte scelte coerenti in termini di sostegno agli investimenti, diffusione delle innovazioni tecnologiche, comprese le biotecnologie, salvaguardia della competitività e informazione dei consumatori.
A questo riguardo qualche dubbio è più che legittimo, visto che sul tavolo del Consiglio europeo, oltre alla comunicazione sul Green New Deal, c’è una proposta per limitare il bilancio pluriennale dell’Unione a poco più dell’1% del PIL complessivo, con un taglio dei fondi all’agricoltura di oltre il 10% a prezzi correnti. Ci auguriamo che alla fine prevalga la coerenza tra obiettivi ambiziosi e risorse finanziarie disponibili.
“Abbiamo apprezzato – ha proseguito Giansanti - il riferimento fatto dalla Commissione agli accordi bilaterali commerciali. Sul mercato europeo dovranno entrare solo prodotti ottenuti con standard ambientali allineati con quelli della Ue. E’ una condizione fondamentale, perché non possiamo penalizzare la competitività delle imprese europee, mentre fuori dall’Unione aumentano le emissioni inquinanti e la pressione sulle risorse naturali. La lotta ai cambiamenti climatici non può che essere globale” - ha puntualizzato il presidente della Confagricoltura.