20/04/2024
Come già segnalato precedentemente, l’art. 6 del dl n. 39/2024 ha disposto che a decorrere dal 30 marzo 2024 i crediti d’imposta (codice tributo 6936) per investimenti in beni strumentali materiali 4.0 che beneficiano della percentuale di credito del 20% (investimenti effettuati nel periodo 01/01/2023-31/12/2025 estendibile al 30/06/2026 per i beni “prenotati” entro il 31/12/2025) le compensazioni in F24 debbano essere precedute da apposite comunicazioni (ancora in attesa di pubblicazione).
Dal disposto normativo appare di tutta evidenza che resterebbero pertanto “libere” le compensazioni dei crediti d’imposta (anch’essi con codice tributo 6936) per investimenti in beni strumentali materiali 4.0 che beneficiano di una percentuale di credito del 50% o del 40% (investimenti effettuati nel periodo 16/11/2020-31/12/2022 estendibile al 30/11/2023 per i beni “prenotati” entro il 31/12/2022).
Sulla base di detta disposizione tutti gli operatori hanno provveduto a sospendere l’utilizzo in compensazione dei crediti 6936 riferibili ai soli investimenti che beneficiano del credito del 20%.
La situazione va fuori controllo nel momento in cui l’Agenzia delle Entrate, con la risoluzione n. 19/2024, resa pubblica nella serata di venerdì 12/04, comunica che, nelle more dei modelli di comunicazione, viene posto il blocco delle compensazioni, con respingimento dei relativi F24, del codice tributo 6936 con “anno di riferimento” 2023 e 2024, dimenticando però che “l’anno di riferimento” deve essere quello dell’interconnessione dei beni. Si è trattato di un errore particolarmente grossolano in quanto, così facendo, è stato indebitamente bloccato anche l’utilizzo dei crediti degli investimenti al 50%-40% interconnessi nel 2023-2024, creando così il caos tra gli operatori in vista della scadenza fiscale del 16/04.
Il caos ha raggiunto l’apice proprio il giorno 16/04, quando, tramite la risposta a una FAQ, l’Agenzia ha corretti il proprio errore introducendo la possibilità di compensare i crediti 6936 del 50%-40% interconnessi nel 2023-2024 indicando come “anno di riferimento” l’anno in cui è iniziato l’investimento (che per godere delle percentuali 50%-40% sono per forza gli anni 2021 e 2022) a prescindere dall’anno di interconnessione.
Quella proposta dall’Agenzia è naturalmente solo un compromesso che si spera sia solo temporaneo, perché l’indicazione di un anno diverso da quello dell’interconnessione potrebbe creare ulteriori problemi di incrocio dei dati.
Per il momento non resta altro che stare attendere e sperare che la modulistica relativa alla comunicazione venga pubblicata al più presto, così da capire quali comportamenti porre in essere per non avere problemi.