08/04/2019
1.060.000 operai coinvolti, 110,7 milioni di giornate lavorate e 188.000 aziende agricole che assumono manodopera in Italia nel 2017. A questi si aggiungono 37.000 dipendenti impiegati, quadri e dirigenti. È una delle “fotografie” che emerge dall’ edizione 2019 dell’“Osservatorio EBAN sul lavoro agricolo” curato da Nomisma. Nonostante un’incidenza del valore aggiunto agricolo sul totale economia del 2%, fanno riferimento all’agricoltura ben il 13% del totale degli operai italiani e il 6% del totale delle giornate lavorate dalla manodopera in Italia. Non è un caso infatti come in questo settore prevalga il ricorso agli operai, i quali rappresentano ben il 97% del totale dei dipendenti rispetto al 56% del totale delle attività economiche.
Altra specificità del settore agricolo che emerge dal Rapporto 2018 curato da EBAN-Nomisma è la forte presenza di manodopera stagionale: gli operai a tempo determinato rappresentano infatti il 90% del totale della manodopera impiegata in agricoltura contro il 32% del totale delle attività economiche.
Dopo un lungo periodo a crescita zero, nel corso 2012-2017 il settore agricolo ha registrato un incremento del 4% degli operai e del 6% delle giornate lavorate. Questa tendenza si conferma anche nell’annualità 2016-2017 e nelle previsioni per il 2018.
La crescita si presenta però non omogenea sul territorio nazionale: mentre al Nord e al Centro gli operai impiegati in agricoltura fanno segnare nel periodo 2012-2017 incrementi rispettivamente del 13% e del 6% al Sud calano dell’1%. Pur a fronte di una crescita dell’impiego di manodopera e un incremento del numero medio di giornate lavorate sia per operai a tempo determinato sia per operai a tempo indeterminato, un dato che emerge con evidenza è l’indebolimento della componente a tempo indeterminato a favore di quella stagionale. Nel corso del 2012-2017 il numero di operai a tempo indeterminato è calato dell’8%, mentre quello degli operai a tempo determinato è cresciuto del 6%; un andamento simile si è riscontrato anche per le giornate lavorate (rispettivamente -5% e +11%).
Un altro fenomeno degno di attenzione che emerge dall’Osservatorio è la presenza di manodopera straniera. Nel 2017 il 26% degli operai agricoli è risultato essere di provenienza estera; fra questi ultimi il 49% è risultato essere comunitario (75% rumeni) e il 51% extra-comunitario (42% africani). Negli ultimi anni la presenza di lavoratori stranieri nei campi italiani si è costantemente accresciuta portandosi dalle 203.000 unità del 2008 alle 290.000 del 2016 (+43%). Nel 2017 rispetto al 2016 però vi è stata un’inversione di tendenza con un calo del 5% del numero di lavoratori stranieri impiegati in agricoltura, i quali sono scesi a 275.000 unità. Il processo di sostituzione della manodopera italiana con quella di provenienza straniera mostra quindi una battuta di arresto e torna a crescere nei campi la presenza di operai italiani.