28/01/2022

Il 1° gennaio 2023 è prevista l’entrata in vigore della nuova riforma PAC. Significative sono le modifiche attese per il mondo dell’agricoltura.

A differenza di quanto accaduto nel 2015, coloro che attualmente posseggono i titoli PAC continueranno a mantenerli. Per tutti gli altri, rimane ferma la possibilità di accedere alla riserva nazionale, purché la dimensione minima sia pari almeno ad un ettaro di superficie ammissibile e vincolo di tre anni prima di procedere al trasferimento, o di acquistare i titoli sul mercato.

La nuova Politica Agricola Comune conferma il sostegno di base al reddito per la sostenibilità – meglio noto anche come BISS dall’inglese Basic Income Support for Sustainability – già previsto nell’attuale PAC in vigore, pur con alcune significative novità.

Al BISS, che si ricorda essere attuato a livello nazionale anziché regionale, il Piano strategico per la PAC destina una quota di risorse del plafond nazionale per i pagamenti diretti pari al 48%. Importo sensibilmente inferiore rispetto a quello attuale, considerato che al pagamento di base aumentato del greening la riforma PAC del 2015 dedicava l’85,08% delle risorse.

Si aggiunga, poi, che dal 2023, il valore dei titoli conoscerà un processo di convergenza interna che importerà una riduzione dei titoli di valore elevato ed un aumento per i titoli di valore basso sulla base di tre criteri:

1.            una convergenza per avvicinare il valore dei titoli di basso importo all’85% del valore medio nazionale nel 2026;

2.            un tetto ai titoli di € 2.000,00 dal 2023;

3.            una riduzione dei titoli di valore più elevato, mediante un c.d. stop loss del 30%.

Lo scopo finale del nuovo modello di sostegno è quello di uniformare il valore dei pagamenti diretti ad ettaro.