12/06/2020
Per la politica agricola comune la Commissione UE ha proposto all'Europarlamento l'importo di 391,44 miliardi di euro per i prossimi sette anni (2021-2027) da destinare ad aiuti diretti e allo sviluppo rurale. Si tratta di un 2,8% (26,5 miliardi) in più -a prezzi correnti- rispetto alla programmazione precedente.
Nonostante il deciso miglioramento delle proposte relative al quadro finanziario pluriennale, le risorse per il settore saranno inferiori a quelle attuali. A prezzi costanti, cioè a valori reali, la dotazione complessiva resterebbe comunque al di sotto (del 10% circa) di quella assegnata alla Pac per il periodo 2014-2020. Inoltre l’agricoltura Italiana corre un serio rischio di subire un drastico taglio degli aiuti per effetto della cosiddetta “convergenza esterna”, vale a dire la riduzione del divario esistente tra gli importi erogati nei diversi Stati membri.
Va inoltre detto che il peso della politica agricola sul bilancio europeo, dagli oltre due terzi degli esordi e del 39% attuale, nei prossimi anni è destinato a scendere intorno al 30% e ciò proprio quando l’emergenza sanitaria sta riportando alla luce il valore strategico della sicurezza alimentare e della certezza degli approvvigionamenti.
Dei 26,5 miliardi aggiuntivi, 16,5 vanno a rafforzare il fondo per lo sviluppo rurale, finanziando in parte anche gli obiettivi del nuovo green deal. Altri 5,5 miliardi supplementari sono destinati sempre allo sviluppo rurale per supportare la ripresa post-Covid e saranno in parte già disponibili nel 2021. Infine 4,5 miliardi in più andranno ai pagamenti diretti agli agricoltori e alle misure di gestione dei mercati.
Resta poi aperta la discussione su alcuni interventi sulla politica agricola, proposti dalla precedente Commissione. Il primo riguarda la graduale riduzione dei pagamenti a partire dagli importi superiori a 60mila euro con un tetto agli aiuti diretti per azienda fissato a 100mila euro.
Le proposte della Commissione sul bilancio 2021-2027 passano ora al vaglio del Consiglio europeo del 19 giugno. Il Parlamento europeo, dal canto suo, sarà chiamato ad accettare o respingere l’intesa ma non potrà proporre modifiche. Dopo l'approvazione del bilancio pluriennale potrà ripartire il negoziato sulla riforma della Pac che comunque, sulla base della proposta di proroga in discussione, probabilmente entrerà in vigore l’1 gennaio 2023, con ben due anni di ritardo.