14/05/2022
Prende avvio anche per la campagna corrente la fase di presentazione dei Piani Assicurativi Individuali (PAI). Com’è ormai noto, il PAI (dal lontano 2015) è il documento (insieme alla Manifestazione di Interesse) che deve essere obbligatoriamente prodotto per consentire l’erogazione dei contributi pubblici previsti per le polizze assicurative agevolate contro le avversità atmosferiche (e le fitopatie). Nel PAI il produttore agricolo deve indicare le superfici oggetto di assicurazione (ricordando che, per ciascuna coltura che si intende assicurare, è obbligatoria la copertura dell’intera superficie presente in un determinato Comune). Inoltre nel PAI deve essere indicato il Valore Storico Aziendale della coltura da assicurare, ossia la media del valore (euro/ettaro) della produzione ottenuta nell’ultimo triennio (o nell’ultimo quinquennio adottando la media olimpica). Il Valore Storico Aziendale viene sottoposto a verifica da parte di AGEA (l’organismo pagatore deputato alla verifica e liquidazione delle domande di contribuzione) confrontandolo con lo Standard Value (SV) definito, per ciascuna coltura e per tutto il territorio nazionale, dal Ministero (su dati ISMEA). Se il Valore Storico Aziendale dovesse risultare inferiore allo SV, l’istruttoria si completa favorevolmente e nessuna documentazione aggiuntiva e giustificativa verrà chiesta all’azienda (salvo eventuali controlli da parte della Commissione UE). Se viceversa il valore storico aziendale dovesse essere superiore allo SV, l’azienda dovrà essere in grado di documentare e giustificare il valore indicato nel PAI. In ogni caso il contributo pubblico verrà conteggiato utilizzando il minor valore tra quello assicurato e quello determinato dal PAI.