03/10/2020
In seguito ad un incontro svoltosi nei giorni scorsi tra Confagricoltura, Coldiretti e CIA e la direzione agricoltura regionale del Veneto sul tema marcioume calicino - alternaria nelle pere che ha manifestato quest’anno una netta recrudescenza, in particolare per la varietà Abate Fetel, sono state presentate alcune proposte operative:
- consentire l’utilizzo nelle LTDI 2021 per combattere la Maculatura Bruna (Stempylium vesicarum) e in generale gli altri marciumi (Alternaria alternata ed altri agenti), di tutte le molecole attualmente autorizzate per le malattie citate sul Pero, in modo tale da avere il più ampio spettro possibile di azione.
- chiedere una deroga nell'utilizzo anche per il 2021 ed anni seguenti dei prodotti a base di Mancozeb e dei prodotti a base di Ziram che sono estremamente efficaci ma che sono in fase di revoca (il primo) o la cui efficacia secondo alcuni è posta in discussione, in attesa di nuove molecole (il secondo).
- chiediamo di valutare eventuali usi di emergenza di prodotti attualmente non autorizzati per le malattie in argomento, tramite le cosiddette estensioni d’impiego (es. Dodina). Anche l’utilizzo di prodotti a base di Tiram, revocato nel 2019, è auspicabile magari con delle limitazioni nel numero di interventi. In tal caso, chiediamo che questi provvedimenti siano assunti tempestivamente, in modo tale da fornire ai frutticoltori una prima risposta per scongiurare, in presenza di un inoculo rilevante, problemi analoghi se non maggiori per il prossimo anno.
- Una riflessione va fatta poi sulle limitazioni riportate nei disciplinari per quanto concerne i di dosaggi per ettaro, il numero dei trattamenti, il numero di trattamenti di prodotti appartenenti alla stessa famiglia e le limitazioni di epoche d'impiego che non siano già previste dalle etichette ministeriali in quanto trattasi di prodotti che hanno avuto l'autorizzazione all'utilizzo a seguito di pareri positivi accordati da tre Ministeri).
- Per quanto riguarda l’entità del rame metallico per ettaro l’esperienza maturata in questi anni ci induce a chiedere di riportare il limite ai 6 kg per ettaro all’anno.
- condividiamo la necessità di attuare un monitoraggio e una strategia di difesa organizzata negli ambiti frutticoli, per questi o altri patogeni per i quali è manifesta la necessità di una puntuale assistenza tecnica. A riguardo, riteniamo necessario condividere con le strutture regionali le linee guida che si intendono adottare, sulla falsa riga di quanto già condiviso per il contrasto delle Cimice asiatica. Si tratta di fornire ai produttori delle indicazioni chiare sulla gestione agronomica del frutteto. Ci sono dei casi in cui serve estrema chiarezza nelle disposizioni da attuare per evitare di dare delle istruzioni a volte contrastanti: per esempio si dice che l'erba non deve essere tagliata e lasciata lunga ma nel contempo si deve lavorare il terreno, poi di diserbare anche la corsia centrale ma solo contro le graminacee (In questo caso allora sono da rivedere i dosaggi ammessi x ha di prodotto diserbante) ecc.
- Decretare stato di calamità naturale secondo decreto legislativo 102/2004 per aziende colpite da Maculatura bruna e apertura tavolo ministeriale per risarcire il danno con parametri specifici (non come per cimice asiatica > 30% PLV). La Maculatura bruna non rientra tra le fitopatia e avversità assicurabili.
- Prevedere per Misura 4.1.1 PSR per finanziamenti dedicati a rinnovo varietale per Abate.
- Verificare l'utilizzo diretto di risarcimenti attraverso Fondi mutualistici regionali.
Successivamente anche sulla scorta delle pressioni sindacali esercitate a livello regionale, non solo Veneto ma anche da parte dell'Emilia Romagna e Lombardia, si è svolto un apposito incontro presso il Ministero durante il quale è stata presa la decisione di istituire un Gruppo di lavoro di cui fanno parte il Ministero e le Regioni Lombardia, Veneto e Emilia Romagna allo scopo di definire delle azioni per trovare una soluzione al problema: difesa della coltura con prodotti fitosanitari che richiedono l'uso eccezionale, ricerca e sperimentazione, ecc.
Per il Veneto dovrebbero partecipare funzionari dei Servizi Fitosanitari e anche un ricercatore dell'Università di Padova – Tesaf.