13/12/2019
Confagricoltura accoglie positivamente le novità introdotte dal Subemendamento A.S. 1586 (Mollame, Mantero, Naturale, La Mura, Agostinelli, Puglia, Di Girolamo, Angrisani, Bottici, Mininno, Abate) approvato dalla commissione Bilancio del Senato in ordine allo sviluppo di alcuni prodotti della canapa e di suoi derivati.
La fissazione di un chiaro limite sul THC nei prodotti rappresenta una leva fondamentale per la commercializzazione dei prodotti di canapa derivati dal fiore e chiarisce ulteriormente l'ambito di liceità delle coltivazioni di cannabis.
Tale soglia risponde pienamente alle nostre istanze avendo da sempre chiesto una chiara esclusione dal testo unico stupefacenti per prodotti di cannabis sativa al di sotto dello 0.5%.
Riteniamo però che le modifiche alla 242/16 previste dall'emendamento per essere significative per la produzione agricola nazionale e coerenti con la fissazione della soglia di THC allo 0.5% sulla biomassa di canapa, debbano portare ad una riflessione sulle varietà inserite nel Catalogo Europeo.
Come abbiamo evidenziato in più occasioni, le varietà iscritte al catalogo UE comportano per i produttori italiani una serie di limitazioni quali l'accesso a varietà scarsamente idonee alle specificità pedoclimatiche del nostro paese e con caratteristiche non linea con i nuovi mercati della bioeconomia, ed in particolare con quelli legati alla nutraceutica, alla cosmesi, ecc., che utilizzano gli estratti di cannabidiolo (CBD). Soprattutto ora che viene fissato un limite sul prodotto finale è indispensabile superare l'obbligo di coltivazione delle sole varietà caratterizzate da THC entro lo 0.2%.
Se non si intervenisse in questo senso c'è il rischio concreto di una forte penalizzazione delle produzioni agricole nazionali, rispetto alle produzioni estere.
Chiediamo quindi al Governo di integrare la revisione della 242/16 prevedendo anche il superamento dell'obbligo di coltivazione delle sole varietà iscritte nel Catalogo UE.