10/11/2019

Confagricoltura ha recentemente deciso di sostenere l’iniziativa dei cittadini europei per promuovere le nuove tecniche di miglioramento genetico vegetale (NPBTs) “Grow scientific progress: crops matter!”. 

L’iniziativa dei cittadini europei è una procedura istituita dall’articolo 11, paragrafo 4 del Trattato sull’Unione europea e che prevede che un numero congruo di cittadini europei, appartenenti ad un numero significativo di Stati membri, possono invitare la Commissione europea “a presentare una proposta appropriata su materie in merito alle quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico dell'Unione ai fini dell'attuazione dei trattati.” 

L’iniziativa deve essere presentata da un Comitato promotore composto almeno sette cittadini europei che abbiano raggiunto l’età per avere diritto al voto e che risiedano in almeno sette Paesi membri.

L’iniziativa inoltre deve essere registrata dalla Commissione europea con apposita decisione. Per avere successo, l’iniziativa deve essere firmata complessivamente da almeno un milione di cittadini europei residenti negli Stati membri dell’Unione; in almeno sette Paesi le firme raccolte devono anche superare una soglia minima fissata per ciascun Paese e pari al numero di parlamentari eletti nel Parlamento europeo per 750 (per l’Italia 54.750 firme).

La raccolta delle firme può avvenire su carta o con modalità elettronica in un periodo di dodici mesi al massimo dalla data di registrazione della iniziativa. “Grow scientific progress: crops matter!” è una iniziativa dei cittadini europei lanciata da un Comitato composto da dieci giovani ricercatori di otto diversi Paesi che operano in vari campi attinenti l’agricoltura: sicurezza alimentare, legislazione alimentare, studi ambientali, scienze delle piante, economia e biotecnologie. La rappresentante del Comitato è peraltro l’italiana Lavinia Scudiero, cofondatrice dell’iniziativa, medico veterinario e specializzanda in sicurezza alimentare con focus in legislazione alimentare.

La proposta del gruppo di giovani ricercatori è sostanzialmente quella di modificare l’attuale normativa in campo di organismi geneticamente modificati, la direttiva 2001/18/CE “sull'emissione deliberata nell'ambiente di organismi geneticamente modificati” in maniera da prevedere una distinzione – che oggi non esiste – tra OGM ottenuti con tecniche convenzionali e NPBTs (New Plant Breeding Techniques) perché si tratta di tecniche sostanzialmente differenti. Secondo gli stessi proponenti “le NPBTs sono un insieme di tecniche sviluppate nell'ultimo decennio. Vengono utilizzate per coltivare nuove varietà vegetali modificando attentamente il materiale genetico di semi o cellule vegetali (invece di affidarsi a mutazioni casuali). Simulando le mutazioni naturali, le NPBTs possono essere utilizzate per facilitare colture che sono resistenti alla siccità e ai parassiti, che hanno rese più elevate, ed e una migliore qualità. Quindi possono contribuire al problema della scarsità alimentare e allo sviluppo sostenibile dell'agricoltura. Purtroppo, l'attuale quadro giuridico dell'UE richiede che il trattamento degli OGM (prodotti artificialmente) sia lo stesso per le piante che sono state migliorate tramite NPBT (in modo simile al naturale ma attentamente mirato). Ciò limita altamente l'uso di piante ottenute da NPBTs.” La proposta prevede anche che la valutazione del rischio prevista dalla direttiva si basi non sulla tecnica ma sul prodotto ottenuto perché è solo a quest’ultimo che sono collegati i rischi e non alla tecnica utilizzata per ottenerli. 

In pratica si vorrebbe modificare la direttiva prevedendo una “lista positiva” di tratti genetici sicuri per ogni specie vegetale. I prodotti ottenuti tramite NPBTs, se contenenti tali tratti e nessun altro materiale genetico estraneo alla specie, sarebbero sottoposti solo ad una procedura di notifica e non ad una autorizzazione come avviene oggi per gli OGM. Gli organismi ottenuti che contengono nuovi tratti, invece dovranno essere sottoposti alla normale procedura di valutazione del rischio, e avranno bisogno di ottenere un’autorizzazione per essere coltivati. In sostanza, la proposta mira a distinguere gli organismi prodotti con NPBTs dagli OGM ed a semplificare l’immissione in ambiente per quei prodotti non distinguibili da quelli ottenuti con tecniche tradizionali. La proposta è stata registrata dalla Commissione europea il 25 luglio scorso. E’ quindi ora possibile procedere alla raccolta delle firme sino al 25 luglio 2020.

Maggiori informazioni sulla proposta e sul suo contenuto scientifico nonché sul progresso della raccolta delle firme sono disponibili al seguente sito internet, anche in lingua italiana: www.groscientificprogress.org

Sul sito – che è molto completo e documentato e riporta molte informazioni sulla iniziativa ed i suoi proponenti – è anche possibile sostenere direttamente con la propria firma l’iniziativa nell’apposita sezione “Firma adesso!”. Le modalità sono oltremodo semplici e richiedono pochissimo tempo: è sufficiente indicare le proprie generalità ed i riferimenti di un proprio documento valido di identità.