11/04/2021
La gelata era attesa, ma è stata più tremenda di quanto si temesse. In gran parte del Veneto la notti scorse le temperature sono scese ampiamente sotto lo zero, con punte di meno 9 in alcune zone, non lasciando scampo a tanti alberi da frutta in piena fioritura e alle orticole. Sono ciliegi e kiwi a fare maggiormente le spese di questa gelata, ma anche viti, fragole, pesche, albicocche, mele e pere.
“È forte la preoccupazione per le gelate che stanno colpendo tutto il Veneto, dove le temperature hanno raggiunto punte mai viste in tutto l’inverno - sottolinea Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto -. L’entità del danno si potrà capire tra qualche giorno e ci si augura che sia contenuta, dato che il Veneto è la prima regione italiana per la viticoltura e tra le più importanti per l’agricoltura in generale. Da alcuni anni siamo alle prese con cambiamenti climatici che comportano tempeste, grandinate, gelate tardive e bruschi sbalzi di temperatura, facendo diventare sempre più difficile il mestiere dell’agricoltore e causando cali alla produzione e costi sempre più alti a carico delle aziende”.
Ecco una panoramica delle segnalazioni per ogni provincia.
ROVIGO. Segnalazioni, soprattutto nel medio e alto Polesine, di forti danni alle frutticole: mele, pere, actinidia, susine, albicocchi e peschi, e anche su orticole, bietola e mais.
VERONA. Danni importanti in tutta la zona frutticola. Al momento pare che la produzione più colpita sia quella delle mele da Palù a Zevio, da Legnago fino a Bevilacqua, con perdite in certi casi anche totali. Danni ingenti anche per i ciliegi nell’Est Veronese. Segnalazioni di vitigni danneggiati, in articolare l’uva bianca precoce come lo Chardonnay. Nella zona di Villafranca colpiti kiwi, peri e meli.
PADOVA. A Montagnana segnalati danni su vite, patate e cipolle. A Conselve gravi danni sulle uve precoci come la Glera da Prosecco. Nell’Alto Padovano i danni sono soprattutto ai kiwi. A Pernumia, San Pietro e Monselice colpite fragole, pesche e pere. Tra Vighizzolo d’Este e Sant’Urbano perse centinaia di quintali di angurie e zucche.
VICENZA. Segnalazioni di danni ai vitigni di uve precoci, ai ciliegi e alle varietà di mele precoci.
TREVISO. Provincia colpita dalle gelate a macchia di leopardo. Le perdite maggiori sono per i kiwi, con picchi fino al cento per cento nella fascia pedemontana da Montebelluna a Nervesa e Volpago. Nella stessa zona danni anche agli asparagi. Ad Asolo grandi danni alle ciliegie, alle albicocche e ai melograni. Meno problemi per la vite, perché è in una fase fenologica ancora arretrata. Nell’area del Valdobbiadene nessun danno sostanziale all’uva Glera.
VENEZIA. Segnalazioni nel territorio del Veneziano Orientale soprattutto per danni all’uva Glera. Preoccupazione per la bietola, ma le eventuali perdite saranno da verificare nei prossimi giorni.
Il Presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti interviene affermando “E’ presto per formulare una valutazione accurata sull’ammontare dei danni provocati dalle eccezionali gelate degli ultimi giorni. Sulle cifre la cautela è sempre necessaria, tuttavia, dalle segnalazioni che stiamo ricevendo dalle nostre strutture regionali e provinciali, l’impatto è sicuramente pesante, dato il numero delle regioni interessate e delle colture colpite: dai frutteti alle orticole; dalla vite agli olivi, fino ai seminativi - aggiunge Giansanti - Faremo il punto della situazione nel corso della Giunta di Confagricoltura, convocata nel pomeriggio di oggi. In un contesto economico già reso difficile dall’emergenza sanitaria – prosegue Giansanti – per molte imprese si prospetta un’annata difficile. Vanno perciò attivati con la massima urgenza gli strumenti previsti per le calamità naturali che, però, potrebbero risultare insufficienti data la situazione eccezionale che si è verificata. Sarà, con tutta probabilità, necessario un intervento straordinario da parte delle Istituzioni pubbliche, senza escludere un’iniziativa in ambito europeo visto che le gelate hanno colpito altri Stati membri. In Francia, in particolare, i nostri colleghi della Fnsea – la principale organizzazione degli agricoltori – ci hanno segnalato che anche al di là delle Alpi i danni sono stati ingenti. L’agricoltura è il settore produttivo più esposto alle conseguenze dei cambiamenti climatici - sottolinea il presidente di Confagricoltura – Le gelate di questi giorni sono arrivate paradossalmente in un periodo di siccità che in alcune aree sta rendendo difficili le semine primaverili.
Gli strumenti vigenti risultano non più adeguati. Dobbiamo subito metterci al lavoro per definire un nuovo sistema in grado di assicurare in tempi rapidi il ristoro dei danni e consentire la ripresa produttiva - conclude Giansanti.