01/12/2023
Parlamento, Consiglio e Commissione Ue lo scorso 29 novembre hanno raggiunto un accordo politico sulla revisione della direttiva sulle emissioni industriali (IED), il principale strumento dell’Ue per intervenire sulle emissioni di ammoniaca, metano e altri componenti derivanti dagli impianti industriali a cui, purtroppo, sono assimilati gli allevamenti intensivi.
L’accordo è sicuramente migliorativo rispetto la proposta iniziale avanzata dalla Commissione Ue ad aprile 2022 che prevedeva l’estensione della normativa agli allevamenti di bovini e ad un maggior numero di allevamenti di suini e di avicoli.
L’accordo conferma l’esclusione dal campo della direttiva degli allevamenti di bovini, anche se l’inclusione sarà “valutata” in un secondo momento a partire dal 2026.
Resta, sia pur in misura più contenuta rispetto alla proposta iniziale, l’assoggettamento degli allevamenti di suini e di avicoli. Gli allevamenti di suini saranno sottoposti alla norma UE se superano le 350 unità di bestiame (UBA), il pollame le 280 UBA, le galline ovaiole le 300 UBA e gli allevamenti misti le 380 Uba. Nella sostanza, rispetto alla situazione attuale, gli allevamenti di suini che vengono assoggettati passano da 2000 a 1200 capi, le galline riducono al soglia a 21 mila capi e i polli rimangono a 40 mila.
Nonostante i miglioramenti l’accordo non soddisfa. La zootecnia italiana è in prima fila nel continuo miglioramento della sostenibilità ambientale. I dati dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) certificano i risultati già ottenuti in termini di riduzione delle emissioni di ammoniaca e gas ad effetto serra.
Va segnalato l’impegno ad affrontare, non oltre il 2026, la questione del varo di una clausola di reciprocità sulle importazioni dai Paesi terzi, per assicurare che i prodotti destinati al mercato europeo siano conformi alle regole dell’Unione in materia di sicurezza alimentare e tutela dell’ambiente.